donna depressa sul divano

La depressione è ereditaria?

L’ansia e gli attacchi di panico rappresentano le malattie dell’epoca moderna, spesso scaturite dallo stress quotidiano. Tuttavia, individuare il confine tra episodi di malessere temporaneo e una depressione cronica può risultare sfidante. Ci si chiede se la depressione sia ereditaria e quali siano i sintomi distintivi. Purtroppo, la malattia mentale colpisce sempre più persone, con Psychology Today che riporta che coinvolge ormai una persona su tre.

Gli esperti ancora non comprendono appieno le cause scientifiche della depressione, né dispongono di metodi precisi per la diagnosi e il trattamento. Tuttavia, uno sguardo allo studio delle dinamiche familiari può fornire preziose informazioni: se un membro della famiglia ha sperimentato sintomi depressivi, è probabile che i suoi discendenti ereditino una predisposizione genetica alla malattia. Scopriamo se la depressione è ereditaria alla luce dei recenti studi scientifici.

La depressione si trasmette ai figli?

mamma depressa seduta sul divano insieme al figlio

La domanda se la depressione si trasmetta ai figli è fonte di preoccupazione per molti genitori che hanno affrontato o stanno affrontando questa condizione che spegne la gioia di vivere. Tuttavia, la risposta non è così semplice: la depressione non è ereditaria nel senso tradizionale del termine, ma è piuttosto familiare. Ciò significa che può circolare tra i membri della stessa famiglia, anche sotto forma di diversi disturbi psichiatrici.

Uno studio condotto su oltre settemila bambini, di cui un terzo era figlio di genitori affetti da depressione, ha confermato questa dinamica. Secondo i risultati pubblicati sul Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, i figli di genitori con una storia di depressione hanno maggiori probabilità di sviluppare il medesimo disturbo. Questo dimostra che avere un genitore che ha sofferto o sta soffrendo di depressione è il fattore di rischio più significativo.

Un recente studio ha anche evidenziato che i giovani cresciuti in un ambiente con presenza di depressione hanno un’area del cervello, il putamen destro, più piccola rispetto ai coetanei. Questa struttura è legata alla gratificazione, alla motivazione e al piacere. Non è ancora chiaro se le dimensioni ridotte siano dovute a fattori biologici o ambientali, ma è possibile che la crescita in un ambiente condizionato dalla depressione possa influenzare lo sviluppo del cervello.

Vivere con una persona depressa, specialmente nei casi più gravi, può avere un impatto significativo sulla vita quotidiana e sull’umore, soprattutto senza un adeguato supporto psicologico. Pertanto, quando si parla di ereditarietà della depressione, ci si riferisce più alla familiarità che a una trasmissione genetica diretta.

Depressione: che ruolo ha la genetica?

La depressione è un disturbo complesso che coinvolge una serie di fattori, tra cui la genetica e l’ambiente. Secondo alcuni studi sulla componente genetica della depressione, diversi geni possono essere coinvolti e la loro espressione può essere influenzata dall’azione dei fattori ambientali.

Nelle depressioni endogene, dove l’influenza dei fattori esterni è meno determinante e la causa è più interna e organica, la componente ereditaria può essere meglio analizzata. Questo tipo di depressione è caratterizzato da alterazioni nel funzionamento fisiologico del cervello, in particolare nei neurotrasmettitori responsabili della regolazione delle emozioni. Tuttavia, non è necessario avere una storia familiare di depressione per sviluppare tali alterazioni.

Studi dimostrano che le persone con una storia di depressione tra i parenti di primo grado hanno una maggiore prevalenza del disturbo. Inoltre, alterazioni nei neurotrasmettitori possono portare le persone a interpretare negativamente gli eventi e la propria immagine di sé.

È importante sottolineare che la depressione non è necessariamente ereditaria, ma il carico genetico può avere un certo grado di influenza. Nei disturbi mentali, è cruciale considerare una varietà di fattori che contribuiscono all’origine della malattia, al fine di intervenire efficacemente nel trattamento.